INFERMIERI: USCITA DAL COMPARTO?
E visto che c’è lo spazio entro subito con i piedi nel piatto: l’area di contrattazione autonoma per gli Infermieri.
Sono Filomena Ciociola, Infermiera presso l’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna, delegata della Uil Fpl e la mia opinione che le aree contrattuali non debbano essere ulteriormente frammentate perché, da che mondo è mondo, divisi siamo tutti più deboli. Se debbo dirla tutta io penso che dovremmo tornare all’impianto originario del contratto dove tutto il personale del SSN, dirigenza medica e SPTA compresa, stava dentro un unico accordo.
Un contenitore unico dove, in un contesto di solidarietà e reciproco rafforzamento, ogni professione possa oggi trovare riconosciuta la propria identità, la propria specificità, le proprie necessità. Però siccome ciclicamente torna a riproporsi la richiesta di un’area contrattuale autonoma, come se fosse la panacea per la risoluzione dei nostri problemi, mi piacerebbe ragionare concretamente su quali benefici ne potremmo avere. Da un punto di vista economico ci troveremmo con gli stessi limiti e gli stessi vincoli, quelli della contrattazione del pubblico impiego. I medici, che hanno un’area a parte, hanno rinnovato il contratto 2016-2018 con lo stesso 3,48% del comparto, così come i ministeriali , le autonomie locali e il complesso del personale dell’istruzione e della ricerca.
Questa è la battaglia che dobbiamo fare: superare i limiti e i vincoli che impediscono il pieno svolgimento della contrattazione. E dobbiamo farla insieme perché battaglie così importanti si vincono solo se siamo uniti. E in termini di riconoscimento delle competenze, delle responsabilità e del disagio cosa potrebbe darci l’area autonoma che non potrebbe darci , per esempio, una sezione all’interno del ccnl nella quale riconoscere la nostra specifica identità? E, nel caso della sezione, senza dover mettere in conto le incognite e i rischi – secondo me la certezza – dell’indebolimento della categoria professionale che deriverebbe dall’uscita dal comparto.
Cosa che comunque non mi pare sia mai stata all’ordine del giorno, perché la riduzione dei Comparti del pubblico impiego da 11 a 4 ha segnato una precisa scelta in termini di accorpamenti, né mi risulta che mai nessuna delle Confederazioni presenti a quel tavolo abbia posto il tema di un’area di contrattazione autonoma degli Infermieri.
E allora ripeto: perché si continua a riproporre un CCNL separato? A chi conviene sponsorizzare questa strada rispetto a quella che abbiamo tracciato nella piattaforma unitaria, dove – all’interno di un quadro complessivo – rivendichiamo un nuovo sistema di incarichi, una nuova struttura della retribuzione, un nuovo sistema di indennità, tagliati precisamente addosso alla Professione, e completati dalla richiesta di poter esercitare la libera professione ?
Agli Infermieri sicuramente no. Anzi.
Forse qualche vantaggio potrebbe portarlo a quanti, riducendo la platea di riferimento, pensano di poter aumentare la propria rappresentatività. Ma, francamente, non mi pare un grande obiettivo per la nostra categoria professionale!
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